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Balletto - Massimo Murru, Primo ballerino étoile

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view post Posted on 1/2/2011, 20:37

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Come tutti voi saprete... è il mio ballerino preferito!
Schivo,per nulla mondano,rarissimo trovare una sua intervista o vedere una sua apparizione televisiva!

L'avevo visto due volte in galà di Danza,ma me ne "innamorai" veramente per via di un documentario che fecero su Sky (in cui hanno fatto vedere diversi pezzi dei balletti più belli :wub: )

Ma veniamo alla biografia,presa dal Teatro alla Scala
fonte : www.teatroallascala.org/it/scopri/t...ru-massimo.html

Nasce a Milano dove inizia a studiare danza alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala diplomandosi nel 1990. Nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo. Viene promosso primo ballerino nel 1994 dopo la sua prima recita come interprete principale in L'histoire de Manon di Kenneth MacMillan. Da allora ha interpretato i principali ruoli del repertorio classico: Lo schiaccianoci (Nureyev, Poliakov, Hynd), Il lago dei cigni, La Bella addormentata e Cenerentola di Rudolf Nureyev, Giselle (Bart, Rouanne, Guillem, Ek), La Sylphide di Peter Schaufuss, La bayadère di Natalia Makarova, Romeo e Giulietta di Kenneth Mac Millan e Études di Harald Lander. Protagonista inoltre di La vedova allegra di Ronald Hynd con Carla Fracci e Susan Jaffe, Il rosso e il nero di Uwe Scholz, La bisbetica domata di John Cranko, Winter Dream di Kenneth MacMillan, Marguerite et Armand, A Month in the Country, Ondine di Frederik Ashton, Agon, Apollo, I Quattro Temperamenti, Sogno di una notte di mezza estate di George Balanchine.

Diventa uno degli interpreti preferiti di Roland Petit che gli affida numerosi titoli del suo repertorio: Carmen, Il pipistrello con Alessandra Ferri, Proust, ou Les intemittences du coeur, Notre-Dame de Paris che lo porta a danzare, prima étoile italiana ospite, all'Opéra di Parigi. Per lui Petit firma numerose creazioni: Chéri, con Carla Fracci ripreso poi con Altinai Asylmuratova e Dominique Khalfouni, Bolero, su musica di Maurice Ravel, Le lac de cygnes et ses maléfices e l'assolo Les feuilles mortes. Mats Ek gli affida il ruolo di Albrecht in Giselle e per il debutto della sua Carmen nel repertorio del Royal Ballet, quello di Don José, con Sylvie Guillem al Covent Garden di Londra. Al Teatro alla Scala è protagonista di Daphnis et Chloé di John Neumeier e della creazione Quartetto di William Forsythe.

Oltre alla Scala e ai maggiori teatri italiani, Buenos Aires, Sidney, Melbourne, New York, Los Angeles, Londra, Berlino, Parigi, Città del Messico sono le principali città che lo hanno visto protagonista sulle scene. E' artista particolarmente apprezzato dal pubblico giapponese che ha avuto modo di applaudirlo in numerose edizioni del World Ballet Festival e in porduzioni a fianco di Alessandra Ferri e Sylvie Guillem. Nel dicembre 2003 è nominato étoile del Teatro alla Scala. Nel marzo 2004 è invitato, nell'ambito del quarto Festival Internazionale di Balletto a danzare La Bella addormentata al Teatro Kirov di San Pietroburgo accanto a Diana Vishneva.


Prima aveva un sito ufficiale,ma non veniva aggiornato dal 2008 circa,ora esistono solo 2 pagine facebook a lui dedicate

Segnalo soprattutto questa
www.facebook.com/group.php?gid=53575916061&v=photos
l'amministratrice che di nome fa Silvia,ha raccolto un sacco di foto :woot: (se non siete iscritti a facebook non vedrete una cippa!è stata resa privata!peccato!!Ma sono sicura che le forumine,presenti nel sopracitato socialnetwork,potranno rendermi partecipe se dovessero essere aggiunte nuove foto :P





Infine un po' di video,in ordine (questo filmato mi rapì :lol: )

Documentario : una giornata con Massimo Murru
Parte 1
Parte 2 -->Non si vede più <_< ,la EMI ha fatto rimuovere da youtube questo video (ci scommetto che era per la musica dei Pink Floyd <_< )
Parte 3
Parte 4
Parte 5

Massimo Murru : prove del Bolero e di Carmen,con Roland Petit,1997
Parte 1
Parte 2


Massimo Murru : prove di Giselle,con Alessandra Ferri,1996
Parte 1
Parte 2


breve video
(lasciamo perdere il commento della giornalista "...eppure Murru non ha dovuto fare enormi sacrifici, un fascio di muscoli distribuiti in 1m e 84 " certo,è nato così -_- )
www.diariodelweb.it/Video/Cultura/?d=20080317&id=33658

ed ecco un paio di interviste,più o meno recenti
edit : siccome sono paranoica e temo che vengano perdute nei meandri di internet le copio e le metto in spoiler per non intasare la pagina :P
www.fusiorari.org/fusiorari/html/mo...rticle&sid=1100
Intervista esclusiva a Massimo Murru
di Alessandro Bizzotto

MILANO – All’ingresso artisti della Scala sembra non correre il rischio di essere riconosciuto. Esce solo, jeans e giacca scura, senza arie o occhiali neri. Eppure in scena Massimo Murru è abituato a mandare in delirio fan e appassionati; per un autografo dopo gli spettacoli fanno la fila alle stage door di mezzo mondo, dalla Royal Opera House del Covent Garden londinese all’Opéra di Parigi, fino a Tokyo e a New York.
Ètoile al Teatro alla Scala dal 2003, Massimo esporta il talento italiano da oltre dieci anni. Dai classici di repertorio alle creazioni contemporanee, ha saputo distinguersi non solo per tecnica, ma anche per spessore e intelligenza interpretativa. Ci incontriamo poco dopo le quattro del pomeriggio. Lo sguardo sveglio, il garbo sottile, l’intelligenza acuta, Murru solleva il discorso dal pantano del luogo comune: difende le sue scelte con convinzione, affonda con lucidità il bisturi nelle carni del divismo nostrano, parla di sé senza mai prendersi troppo sul serio. Sopra due tazze di cappuccino la conversazione parte in quarta, allungandosi oltre la scaletta dell’intervista standard.


A che età hai capito (o deciso) che danzare era la tua strada professionale, non solo una passione da coltivare?
A che età… non saprei dirtelo! Ho iniziato giovanissimo, entrando a dieci anni alla scuola della Scala. Non sapevo a cosa andavo incontro, non avevo mai visto un balletto, i miei genitori non erano appassionati di teatro. Mi sono trovato in questo posto stranissimo, e passo dopo passo ho compiuto il percorso che mi ha portato al diploma. Non ho mai pensato “Diventerò étoile, ballerò Il lago dei cigni”; le cose si sono evolute in modo graduale. Sono entrato subito in corpo di ballo, ho iniziato a ricoprire i primi ruoli da solista e poi da primo ballerino; nel 1994 sono stato promosso Primo ballerino, sotto la direzione di Elisabetta Terabust…


… pochissimi anni dopo il diploma, vero?
Sì. La nomina a étoile invece è arrivata nel 2003, dopo diversi anni in cui avevo scelto di essere legato alla Scala come guest, anziché come membro fisso dell’organico.


Molti coreografi contemporanei hanno creato ruoli per te. Percepisci un senso di responsabilità maggiore, in queste occasioni? O è più difficile arrivare e ballare qualcosa che già esiste?
Quando arrivi e ti trovi a dover ballare su una coreografia che già esiste il coinvolgimento è ovviamente meno forte. Resta sempre, per quanto mi riguarda, la volontà di ragionare su quanto si sta facendo, pur in presenza di un balletto già creato come possono essere quelli di repertorio; evitare insomma di rifare qualcosa che c’è per poi togliermi il costume la sera e andare a casa. Quando ti trovi di fronte a una creazione nuova il tuo impegno è presente in modo costante, è visibile: non ti limiti ad essere interprete di un lavoro, ne fai parte dalla nascita e puoi esserne artefice. Il coinvolgimento è ovviamente maggiore, anche se dipende dal coreografo che ti trovi davanti, da quanto questo lascia spazio al tuo apporto e alle tue idee. Se il rapporto con il coreografo è buono e sa essere disteso, non c’è maggiore difficoltà nel creare un ruolo: è una delle cose più belle che possano capitare a un’artista. La responsabilità, poi, la senti sempre, anche quando fai rivivere il protagonista di un balletto classico come Giselle, evitando di adattarti al cliché del personaggio e di sentirti Albrecht anziché Sigfrido solo perché ne indossi il costume. Per me non funziona così.


Quali sono le esperienze più belle, fra quelle che hai avuto con coreografi che hanno creato su di te?
Sicuramente Cheri di Roland Petit, accanto a Carla Fracci. Ha rappresentato un momento di passaggio e di crescita. Petit è il coreografo che più di tutti ha creato per me. Ma anche Forsythe, con cui ho solo una creazione. È stato comunque importante lavorare con Mats Ek (anche se non si è trattato di una creazione) in occasione della sua Giselle, e più avanti per Carmen a Covent Garden. Auguro alle nuove leve che escono oggi dalla scuola della Scala di incontrare personaggi simili!


Com’è andata con Béjart?
È un altro nome fra i più grandi oggi. Cinquant’anni di carriera e tantissime creazioni… non tutte riuscite perfettamente forse, ma il talento del creatore resta indubbio. Parlavamo prima di Bolero: è una delle sue poche opere non geniali dal punto di vista coreografico, ma strabilianti dal punto di vista mediatico. Oggi Bolero, oltre che di Ravel, è di Béjart, e chiunque salga su quel tavolo tondo ha successo, dalla ballerina più insignificante a Luciana Savignano o Sylvie Guillem. Alcuni interpreti poi restano strepitosi a prescindere, come Luciana e Sylvie appunto, ma la presa è talmente forte e immediata che Bolero è in grado di portare al successo chiunque.


Ti ritrovi nella definizione di danzatore adatto al repertorio moderno?
Non so bene cosa si intenda per danzatore moderno… un danzatore deve essere moderno del resto! Il danzatore moderno o contemporaneo è un danzatore del suo tempo, alla fine. Non so se mi si addica come definizione. È riduttivo a mio giudizio dare etichette: il ballerino adatto a fare il principe, quello adatto alle figure tragiche, quello adatto a creazioni astratte… Dovremmo cercare, soprattutto oggi, di poter affrontare tutti gli aspetti della nostra arte.


Tant’è che, fra i tuoi ruoli più celebri, c’è quello in un’opera non contemporanea: Des Grieux in Manon. A cosa pensi sia legato il successo di questo balletto?
Penso che Kenneth MacMillan, creando Manon, sia riuscito a trovare la chiave di lettura giusta e più adatta alla storia, il balletto resiste all’esame del tempo per la grande forza nei passi a due. Non ho conosciuto MacMillan, a Londra ho lavorato con Anthony Dowell, che è stato il primo Des Grieux. Ti capita di ballare Manon la prima volta, diventi Primo ballerino, lo riprendi l’anno dopo, e credi di aver capito alcune cose. Poi arriva l’occasione di lavorare a Londra con Dowell, insomma col ballerino per cui Manon fu creato, e ti accorgi che non avevi capito niente! Lì inizi un nuovo lavoro, da capo. Manon è un balletto dall’impatto fortissimo anche perché ti obbliga a interpretare, non c’è scampo! Se non interpreti il personaggio sei finito; per lo spettatore, in quel caso, sarebbe meglio andare al cinema, spendendo meno e divertendosi magari di più. Lavorare con Anthony Dowell è stata una grandissima fortuna; ormai si è ritirato da tempo e non dirige più il Royal Ballet; l’ho incontrato perché era ospite a Covent Garden per interpretare il ruolo dell’anziano Monsieur G. M., e Sylvie [Guillem, n.d.r.] gli aveva chiesto di venire a vedere le prove del balletto. Manon poi è un balletto che appartiene al Royal Ballet, è nato sul palco della Royal Opera House; l’atmosfera in palcoscenico è molto forte, e sa arrivare alla platea.


Quali differenze hai trovato, ballando in teatri diversi, da Milano fino a Parigi, Londra…?
L’Opéra di Parigi è una macchina talmente grossa e rodata da funzionare da sola: non si ferma, qualsiasi cosa accada. Nureyev ha dato il via, e la ruota ha saputo continuare a girare. Ha orari stabiliti e fissi; la compagnia è immensa, e l’ordine va mantenuto per forza. Al Royal Ballet invece lavorano come schiavi! Forse qualitativamente, a livello di corpo di ballo, lo standard è meno elevato. Prendiamo ad esempio il corpo di ballo del Kirov: sono alte un metro e ottanta, sono tutte fotomodelle, sono tutte uguali. All’Opéra di Parigi non sono alte uno e ottanta, ma in corpo di ballo sono comunque tutte belle e simili. A Londra non è più così: non c’è omogeneità nel corpo di ballo. Ma il metodo di lavoro è strabiliante. Se la prova di scena è alle dieci e mezza, la lezione inizia alle nove e mezza, e le prove si susseguono fino alle sei di sera, pur con lo spettacolo che inizia alle sette e mezza. Ho visto ballerine, nei periodi in cui sono stato a Covent Garden, passare da una sala all’altra provando una variazione del Lago dei cigni, La bella addormentata, il passo a due di Onegin, Carmen e ballare poi La Bayadére la sera. Sono rimasto sbalordito. Il problema è che, se provi cinque balletti in un giorno, la sera non sai più nemmeno chi sei; ti metti un costume e fai quello che devi fare. L’interpretazione può risentirne, certo. Ma riconosciamo di trovarci davanti a una compagnia solidissima: otto spettacoli a settimana, tournée ovunque nel mondo con un solo giorno di pausa per trasferirsi da una città all’altra. È il loro mestiere e lo trovano normale.


A Covent Garden hanno anche un pubblico diverso, comunque.
È vero. Vanno a teatro quando escono dall’ufficio, come se andassero al cinema, lo si sente dire ed è verissimo. Conoscono bene i balletti, sono esigentissimi nei confronti degli interpreti: la prima volta che sono stato lì sono rimasto basito! Gente che alla fine degli spettacoli andava da Sylvie a dirle “Lei non deve fare più questo balletto, è meglio che faccia quest’altro”! È una situazione che, nel bene o nel male, qui in Italia è impensabile: purtroppo stiamo scivolando verso un’indifferenza sempre maggiore nei confronti della danza e del balletto. Ciò che accade in teatro e attorno ad esso tende in definitiva a rispecchiare quanto capita fuori, in questa cultura dell’apparire.


A proposito, la tua immagine è quella di un artista riservato che snobba il glamour. Sei timido o non ami il divismo?
Beh, posto che non credo il divismo esista ancora, se la costruzione di un’immagine divistica serve a raccontarti per quello che sei, ben vengano interviste e servizi; possono anche appagare anche quella componente narcisista che possiede quasi sempre chi fa questo mestiere. Ma quello che vedo del divismo di oggi, sui media o nei giornali, non mi piace; non riesco a prendere la cosa con leggerezza, anche se alla lunga rischio di diventare pesante in questo senso. Sto a casa molto volentieri se l’alternativa è quella di andare in televisione in mutande. Se vuoi avere visibilità oggi devi esporti in un certo modo, lo capisco; ma ognuno è libero di decidere. Certo, visto oggi il divismo degli anni Cinquanta ha un certo fascino: attori e attrici che per contratto non potevano sposarsi, fidanzarsi, mangiare… Ma non mi dirai che il divismo di oggi può essere paragonato a quello! In confronto è davvero desolante. Cerco di fare il mio mestiere nel miglior modo possibile, il resto è davvero poco interessante. Quando ho ballato la Giselle di Mats Ek mi sono trovato su tutti i telegiornali, Striscia la notizia e servizi a doppia pagina di Novella 2000 col mio sedere in primo piano: allora no! Davvero tutto questo non mi piace. E anche per questo ho rifiutato diverse proposte: ti invitano magari per un servizio fotografico in studio in stile molto fashion e con la camicia aperta. Io posso solo augurarmi che il pubblico venga in teatro per vedere lo spettacolo e per quanto riesco a dare in una recita, non perché mostro una gamba scoperta o un pettorale.


Smentisci insomma le voci che ti vogliono timido e sfuggente.
Assolutamente. Fra ballerini classici, étoile e via dicendo si arriccia il naso di fronte al presenzialismo televisivo, all’attore o all’attricetta del momento; li critichiamo, ma poi appena si presenta l’occasione di avere la foto sul giornale corriamo per esserci a qualunque costo. È un po’ un controsenso. Se questa cosa non ti piace e la rifiuti, non corri a farla quanto ti capita l’occasione. Insomma, riguardo questo aspetto del cosiddetto divismo, oggi sono più le cose che ti trovi a rifiutare rispetto a quelle che accetti. Almeno questo è quello che faccio io quando mi chiamano per un servizio televisivo in piscina; nessuno di noi è Clark Gable! O Nureyev, che si permetteva di uscire e schiaffeggiare la gente. Dobbiamo tutti pensare soprattutto a far bene il nostro mestiere.


Questo tipo di notorietà non serve al teatro, a tuo parere?
Non credo che la Scala abbia bisogno che Massimo Murru vada a fare un calendario, per registrare il tutto esaurito. Ovviamente ancora meno ne hanno bisogno la Royal Opera House di Londra o l’Opéra di Parigi. Oggigiorno la Scala è sempre e comunque piena, chiunque sia in scena. In Italia ci troviamo di fronte a scelte personali, in ogni caso. A Londra è il teatro che spesso spinge e supporta l’immagine dei suoi artisti: Tamara Rojo o Alina Cojocaru finiscono sulle copertine dei giornali, le locandine degli spettacoli sono esibite e vendute… In Scala tutto questo non avviene, o comunque avviene in misura decisamente inferiore. La scelta di esporsi e procacciarsi visibilità mediatica resta individuale.


Nei periodi in cui la tua schedule è una morsa e ti trovi ad avere quattro o cinque spettacoli in una settimana, magari due a Londra e tre a Milano, che fine fa la vita fuori dalla professione?
In casi del genere di vita fuori non ce n’è. La tua vita è alzarsi prima delle sei del mattino per prendere quell’unico aereo che ti permette di arrivare a Londra in tempo per provare, poi fare lo spettacolo, andare a cena, tornare a casa e puntare la sveglia alle cinque per prendere un taxi che ti porti in aeroporto, perché sai che se perdi quell’aereo non sarai a Milano in tempo per un’altra recita. In periodi simili subentra una meccanica tale per cui non senti la fatica, non te ne accorgi; te ne accorgi dopo, quando la situazione si rilassa: in quel caso rischi davvero di accusare il colpo. Ma quando ci sei dentro vai. Ricordo di aver fatto anche cose in giornata; ovviamente non quando ho ballato a Tokyo, ma restando legati all’esempio di Londra. Mi è capitato di arrivare a Londra alle dieci del mattino e prendere il metrò perché avevo quarantacinque minuti per essere alla Royal, entrare in sala e iniziare le prove; poi alle cinque e mezza del pomeriggio chiedere a Mats Ek (stavamo lavorando sulla sua Carmen) di lasciarmi uscire mezz’ora prima della fine delle prove perché alle nove di sera avevo l’ultimo aereo per Milano, dove dovevo essere il giorno dopo a ballare Nôtre Dame de Paris di Petit. È successo due volte nell’arco di una settimana. Hai spettacolo in Scala, ma sai che Mats è disponibile in quei giorni a Londra: o fai così, o non balli. Solo ripensandoci ti chiedi “Ma come ho fatto?”. È ovvio che in quei momenti non hai tempo per pensare che ti piacerebbe andare al cinema, a fare shopping o al ristorante.


In ogni caso non può essere sempre così, sul lungo periodo.
No, perché anche se reggessi fisicamente sarebbe logorante; in un modo o nell’altro, prima o poi ti troveresti a pagarla. Non sono soltanto leggende quelle che raccontano di persone che hanno dato tutto alla carriera e si sono trovate sole e stanche quando la carriera è finita. E poi, se uno non ha relazioni o amicizie, alla fine cosa vuole raccontare in scena? L’amore dopo la carriera… ma come si fa? Dobbiamo sempre cercare un punto di equilibrio fra spinte contrapposte, anche se non c’è mai un’equazione matematica che risolve tutto. Ci sono persone che stanno ad aspettare tutta la vita, ma il grande amore non arriva; quello non dipende dal lavoro!


Tant’è che tantissimi ballerini trovano l’amore fra i colleghi della compagnia.
È vero, in un certo senso è anche più comodo, almeno dal punto di vista logistico. Poi magari la persona della tua vita passava fuori dal teatro e tu non l’hai vista perché eri su in sala a provare Il lago dei cigni. Ma quello può capitare a tutti, indipendentemente dalla professione!


Riesci a ballare con una partner, se non vai d’accordo con lei?
Bisogna vedere cosa si intende per non andare d’accordo. Se ci sono problemi, ma è presente stima reciproca, si balla; possono esserci discussioni, si parla, si litiga anche se si vuole; ma alla base deve esserci stima professionale. Non chiedo la scintilla, quel quid magico che capita due volte nella vita, ma almeno la stima professionale. Se questa stima manca, la cosa diventa difficilissima. Io cerco sempre di evitare di ballare insieme, in questi casi, per quanto possibile. Quando proprio non è possibile, mandi giù il rospo. E comunque si vede, la performance ne risente.


Quando capita di affrontare una storia in versioni e schemi coreografici diversi, come a te è capitato con la Giselle classica, quella di Sylvie Guillem e quella di Mats Ek, cambiano solo i passi o cambia anche qualcos’altro nell’atmosfera del balletto?
Beh, l’atmosfera cambia. Giselle è arrivato fino a oggi perché la storia è semplicissima, addirittura banale. È un balletto straordinario da un certo punto di vista, ma la storia è anche molto banale. È molto interessante riuscire a tirarne fuori versioni diverse, partendo da una storia che rimane identica, e affrontare queste diverse letture, come può accadere con quelle di Ek e di Guillem; non sono creazioni, hanno semplicemente spostato temporalmente la vicenda. La cosa più audace della rivisitazione di Sylvie Guillem consiste nella volontà e capacità di svecchiare il linguaggio sul palcoscenico. La Giselle di Ek propone invece sfumature diverse, un’inflessione meno favolistica nella storia: Giselle non muore alla fine del primo atto per riapparire in forma di spirito, ma entra in un manicomio; è un mutamento di forma, più che di sostanza. E la trovo una rivisitazione geniale, senza cambiare una nota nella musica dall’inizio alla fine.

C’è qualche spettacolo che ricordi più volentieri di altri?
Certo, anche se è strano ripensarci. Il ricordo degli applausi è spesso nebuloso, ad esempio. Ma rammento sempre in modo vivido la mia prima recita di Cheri. Ricordo benissimo Manon a Covent Garden, la più recente, nel novembre 2005, e sempre a Londra Romeo e Giulietta. Voglio citare anche la mia prima Giselle in Scala. Rappresentano tutte emozioni forti, che sono rimaste.



www.graziamagazine.it/people/on-sta...o-ballo-vestito

Massimo Murru: «Io ballo vestito»
Ricordate, nei giorni scorsi, il clamore suscitato da Roberto Bolle nudo per Giselle? Era successa la stessa cosa, 12 anni fa, a Massimo Murru. L’étoile, di scena alla Scala, parla di arte, passione. E di una certa ossessione per l’immagine che sta contagiando anche la danza. «Siamo ballerini, non modelli»


Se dovessimo descrivere Massimo Murru in due parole, sicuramente eleganza e discrezione sarebbero quelle giuste. Insieme a Roberto Bolle, è il primo ballerino étoile del Teatro alla Scala. Ma, rispetto al suo collega, non ama molto apparire fuori dal palcoscenico. Schivo e riservato nella vita, sulla scena si trasforma in uno dei più sensibili interpreti - a livello mondiale - della danza classica. Dal 27 maggio all’8 giugno si esibirà alla Scala, all’interno di Trittico Novecento e al fianco di Alina Cojocaru, principal dancer del Royal Ballet di Londra, in quel Balletto imperiale che rimane uno dei grandi capolavori del coreografo russo George Balanchine. Un’occasione per incontrarlo. E per scoprire qualcosa in più su di lui...

Partiamo dall’inizio. Quando è nato il suo amore per la danza?
«Avevo dieci anni quando mio padre mi ha accompagnato all’esame attitudinale della Scuola di ballo della Scala, senza che io avessi la minima idea di che cosa andassi a fare e di quello che poi sarebbe successo. Non avevo mai visto un balletto, non ero mai stato a teatro e non sapevo neppure che cosa fosse la danza classica. Ero l’unico maschio in mezzo a tante bambine, che già sapevano come dovevano pettinarsi o come mettersi alla sbarra».


Mi sta dicendo che ha vissuto la stessa esperienza del piccolo protagonista del film “Billy Elliot”?
«Non del tutto, e in questo sono stato fortunato. D’altronde tutto è nato grazie a mio padre, che ha avuto l’idea di farmi provare la danza per aiutarmi a rinforzare il fisico: ero un bambino molto minuto e senza troppo interesse per il calcio o altri sport, mentre ero molto affascinato dalla musica. A differenza di Billy Elliot, la mia famiglia mi ha sempre sostenuto, senza mai forzarmi. Soprattutto durante i primi anni, che sono stati molto difficili: mia madre mi diceva sempre che non dovevo preoccuparmi e che non ci sarebbe stato nessun problema se un giorno avessi sentito di non farcela e deciso di smettere».


Che cosa rappresenta per lei la danza?
«Quando ho cominciato, non avevo l’ambizione di diventare primo ballerino. Ho vissuto il mio percorso giorno per giorno. Perché per me la danza è pura passione».


Che cosa le ha dato?
«Ballare mi ha dato la possibilità di esprimermi. È la mia vita da quando avevo dieci anni e non potrebbe essere altrimenti, nel senso che è una professione che richiede una totale dedizione quotidiana. Certo, la danza ti dà, ma tu devi anche restituirle. È uno scambio continuo e per niente equo perché, almeno finché non raggiungi certi risultati, per avere qualcosa ti ci devi dedicare tantissimo».


L’insegnamento più grande che ha imparato in tutti questi anni?
«Il palcoscenico è un luogo dove ti metti a nudo: non puoi barare, altrimenti si vede. Ma è anche una zona franca, in cui puoi osare cose che nella vita non faresti mai. Un luogo magico, in cui ti senti libero».


La danza classica sta diventando sempre più mediatica, glamour e meno legata al palcoscenico. Cosa ne pensa?
«La danza si è evoluta nel tempo e oggi non si balla più come 40 anni fa, però resta un’arte fatta di impegno e serietà. Accedere ad altri tipi di palcoscenici è una scelta personale, ma quella del danzatore rimane una professione molto faticosa e difficile. Diffidate, quindi, di certe trasmissioni televisive o dei reality show: la presenza in video, il fatto di essere molto conosciuti e di finire sui giornali non vuol dire essere un ballerino. Quello è un altro mestiere».


Danza e bellezza: qual è il rapporto?
«La danza è legata indissolubilmente alla bellezza, alla ricerca continua di una perfezione che non esiste. Oggi, però, assistiamo a un paradosso: l’immagine conta spesso più del contenuto ed è quasi diventata il passaporto per essere un artista. Non è così, naturalmente. È sotto gli occhi di tutti, per esempio, che ci siano in giro attori che non sanno recitare, ma che hanno semplicemente “la faccia giusta”. Mi piacerebbe mettere di più sotto i riflettori il talento, perché per fare questo mestiere bisogna avere prima di tutto quello. La bellezza, poi, può aiutare, ma i casi in cui talento e avvenenza viaggiano di pari passo sono davvero rarissimi. Ovunque ci giriamo, nella pubblicità, in televisione, sui giornali, tutto ruota intorno all’immagine e penso che il pericolo sia proprio quello di fermarsi soltanto a questo aspetto della danza, con un pubblico che magari viene a teatro per rivedere quello che viene proposto dai media. Ma noi non siamo modelli, siamo ballerini!».


Che rapporto ha con il suo corpo?
«Un rapporto di amore e odio, come ogni ballerino, proprio a causa di questa continua ricerca di perfezione. Iniziamo sin da piccoli a sentirci dire che quello che stiamo facendo non va bene e bisogna farlo in un modo piuttosto che in un altro, piazzati di fronte a uno specchio che in qualche maniera non ci abbandona mai. Però, allo stesso tempo, il corpo è il nostro strumento, per cui bisogna arrivare a un compromesso per riuscire a raggiungere un certo risultato».


A proposito di corpo: recentemente ha fatto parlare parecchio il nudo integrale del suo collega Roberto Bolle nella “Giselle” di Mats Ek al San Carlo di Napoli. Che cosa ne pensa?
«Ho affrontato lo stesso identico ruolo 12 anni fa e provo molta tristezza nel constatare che, oggi, siamo ancora fermi allo stesso punto. Ricordo che rimasi molto deluso dagli articoli che uscirono all’epoca, perché mi lasciò spiazzato il fatto che si parlasse delle mie natiche e non del modo in cui avevo danzato! È veramente avvilente che non si ponga l’accento sull’arte, fermandosi, invece, al nudo: e dire che basta accendere la televisione a qualsiasi ora per vedere ben altro...».


Spesso si pensa alla danza come arte assoluta che lascia spazio a poche altre cose nella vita. È veramente così o lei riesce a coltivare anche altre passioni?
«Il pericolo è che ci si possa chiudere nel proprio mondo e, quando si è giovani, capita spesso perché si è totalmente assorbiti dalla disciplina che la danza richiede. Poi però, crescendo, bisogna essere in grado di guardare fuori. Altrimenti si rischia di implodere».


In che senso?
«Facciamo un lavoro che, in qualche modo, ci salva da tutto ciò che succede nel mondo. Una volta in teatro, è come se si aprisse davanti a noi un luogo magico, lontano da tutti i problemi reali che ci sono fuori. Questo è un mestiere che ti dà la possibilità di vivere due realtà diverse e contrapposte».


Lontano dalle scene, quali sono le sue passioni?
«Il cinema, la musica, il teatro. E poi la vita, cioè gli amici, le cene a casa o al ristorante, il semplice parlare e confrontarsi con gli altri».


La danza lascia spazio all’amore?
«Per quello c’è sempre spazio! D’altronde, se non sai che cos’è l’amore, cosa puoi raccontare sul palcoscenico?».


Dunque è innamorato...
«Non in questo momento, ma lo sono stato in passato. E non sono chiuso alla possibilità di potermi innamorare ancora».


27 Maggio 2010
Vincenzo Petraglia



articolo del 2002,in inglese!maaa..si comprende benissimo
www.telegraph.co.uk/culture/theatre...sensuality.html

da un'intervista di Elisabetta Terabust,del 2007 (quando tornò a dirigere il corpo di ballo alla Scala)
http://delteatro.it/articoli/2007-10/elisa...sui_giovani.php
Elisabetta Terabust così si propone di rafforzare e plasmare la compagnia, magari concedendosi - e concedendoci -il lusso di "lanciare" qualche nuova stella. Il suo occhio infallibile di talent scout c’era già riuscito, in maniera straordinaria, nella sua prima stagione scaligera, quando dalle "ultime file" della compagnia individuò i giovanissimi Massimo Murru e Roberto Bolle: "Beh, bisognava essere bendati per non vedere quei due - sbotta con la consueta franchezza - Mi sembrò naturale dare loro la chance che si meritavano. E in questo devo dire che il sovrintendente Fontana mi seguì volentieri. Però - avvisa- non è che talenti così nascono tutti i giorni. Oggi in compagnia ci sono comunquemolti giovani che meritano di essere valorizzati. Così come ha già fatto Frédéric, sarà mio compito dare loro le giuste possibilità"

articolo vecchissssssssssssssssimo (l'avevo salvato su word,il link non funge più),è del Corriere della sera

10 febbraio 1996
Corriere della Sera
Roland Petit : scopre un asso
" Massimo Murru e' il piu' grande ballerino del mondo "


"A Milano avete il piu' grande ballerino del mondo: Massimo Murru. Ve lo dice un coreografo che ha fatto ballare Nureyev, Margot Fonteyn e Alessandra Ferri".
Roland Petit, brioso e torrenziale nell' eloquio nonostante la levataccia alle cinque del mattino per lasciare Marsiglia, presenta il suo balletto Cheri, commissionatogli dalla Scala per festeggiare mezzo secolo di carriera di Carla Fracci, che egli giudica "la piu' grande artista del secolo per lirismo". Ma e' altrettanto entusiasta della sua ultima scoperta, e a chi polemizza chiedendo se Murru (24 anni, promosso l' anno scorso "primo ballerino" sul campo) non sia stato una "seconda scelta", piccato risponde: "Avevo pensato a Nicholas Le Riche, che aveva danzato il mio Gattopardo, ma non era libero. Credevo che alla Scala non ci fosse nessuno in grado di ricoprire un ruolo cosi' impegnativo per un interprete giovanissimo ma gia' artisticamente maturo. E invece sono davvero felice d' averlo trovato. E posso assicurarvi che dovrete attaccarvi alla poltrona perche' una coppia come Carla Fracci e Massimo Murru non la rivedrete piu' ". E aggiunge: "Quando l' ho conosciuto pareva un monaco, cosi' cupo e riservato. Sono stato costretto a provocarlo, obbligandolo a fare cose che il suo temperamento timido non gli avrebbero consentito. Gli ho chiesto un gesto che rendesse l' idea del desiderio carnale, ed e' bastato che si sfiorasse lievemente l' inguine perche' Carla manifestasse sincero imbarazzo. E cosi' ho inserito la sequenza nel balletto". Il balletto Cheri, dal romanzo di Colette, verra' presentato alla Scala in prima mondiale mercoledi' 14 con repliche fino al 20 febbraio; sara' abbinato alle Six Danses de Chabrier, nate nell' 81 per il Ballet National de Marseille.
Un entusiasta Petit fa gli onori di casa, ricordando lo "strappo" di dieci anni fa con la Scala quando, per uno sciopero che congelo' il suo Angelo azzurro, giro' i tacchi e promise di non rimettervi piu' piede. "Elisabetta Terabust -dichiara- mi ha riportato qui e ora non avrei piu' voglia di andarmene". Di questa ricucita intesa e' figlio anche il balletto Cheri, dal nome del protagonista dei due racconti di Colette: Cheri e il seguito La fine di Cheri.

E la storia, scandalosa negli anni ' 20, dell' amore ardente che Cheri, ragazzo ricco, prova per un' amica della madre, Lea, ex mantenuta di lusso ormai avanti negli anni. Al ragazzo non basteranno matrimonio d' interesse, guerra, droga e amore a pagamento per dimenticare l' anziana Lea. Finira' per gettarsi nella Senna.
"Nel romanzo, il suicidio avveniva con un revolver, ma non e' facile riprodurne il rumore con uno strumento musicale, sembrerebbe un petardo". Ricorda ancora Petit: "Ho conosciuto Colette attraverso Jean Cocteau. Era molto anziana, generosissima...". Per la Fracci,Cheri segna un traguardo professionale e umano, i cinquant' anni di carriera alla Scala, i sessant' anni di vita: "E appagante -commenta la ballerina - e ti fa pensare di poter continuare ancora un po' a danzare". Per le musiche, il coreografo ha privilegiato le atmosfere malinconiche di Francis Poulenc, mentre le scene di Luisa Spinatelli rispecchiano una Parigi non oleografica, con una Torre Eiffel capovolta in una pozzanghera.
Valeria Crippa


articolo su "La sagra della Primavera" di Bejart
http://archiviostorico.corriere.it/2004/ma...040518045.shtml
DEBUTTO / Serata Stravinskij agli Arcimboldi. Il maestro incontra il pubblico alle 16
La primavera di Béjart : Guillem e Murru coppia d' eccezione per un balletto storico

Bejart : ieri, oggi, domani. In attesa che il maestro francese metta piede a Milano in settembre con il suo Lausanne Ballet e il «Presbythère», la Scala si aggiudica per tre anni i diritti di uno dei balletti storici, «La Sagra della Primavera», oggi rappresentato solo da altre due compagnie al mondo: quella di Losanna, fondata da Béjart, e il Tokyo Ballet (in scena a Milano in luglio, con titoli béjartiani). Oggi, Maurice Béjart, che festeggia i cinquant' anni d' attività, incontrerà il pubblico nel pomeriggio alle 16 al Museo alla Scala, in corso Magenta 24, per poi presenziare agli Arcimboldi al debutto della sua «Sagra» nell' interpretazione del Balletto della Scala, con un' ospite d' eccezione, l' étoile Sylvie Guillem, che sarà affiancata, nel ruolo dell' Eletta, da Massimo Murru, anche domani, venerdì e sabato. «La Sagra della Primavera» sarà il momento conclusivo del trittico che compone la Serata Stravinskij, dopo «Rubies» di Balanchine (ripresa da Patricia Neary) e «The Cage» di Jerome Robbins, altra new entry nel repertorio scaligero rimontata a Milano da Jean-Pierre Frohlich. Racconta l' assistente di Béjart Michel Gascard che ha curato la ripresa della «Sagra» insieme a Kyra Kharkevitch: «La "Sagra" è un balletto violento nel senso della proiezione mentale del gesto e spinge i danzatori maschi al coraggio. Ma anche profondamente umanista: persino gli aspetti più tribali non rinnegano la natura dell' uomo. La figura dell' Eletto, che sarà interpretato da Murru, rappresenta il primo antieroe degli anni Sessanta: viene scelto per la sua possenza fisica, ma in realtà ha tutte le fragilità dell' uomo contemporaneo». «La Sagra» sarà preceduta da «The Cage» di Robbins, gabbia per insetti danzanti creato nel ' 51 sul Concerto in Re per orchestra d' archi di Stravinskij. Spiega Frohlich, che fu assistente di Robbins a New York: «Al debutto, il balletto fu uno scandalo perché i costumi erano trasparenti: ma Balanchine respinse le riserve dei produttori e salvò il balletto». «Rubies» di Balanchine (torna dopo nove anni alla Scala) sarà danzato da Gilda Gelati, Alessandro Grillo, Marta Romagna. Valeria Crippa SERATA STRAVINSKIJ da stasera al 23 maggio agli Arcimboldi. Ore 20, 10/55 , tel. 02.72.00.37.44 IL PROTAGONISTA «Sarà come scalare l' Everest» C erti pianisti lo rincorrono sulle vette impervie del «Rach 3», il concerto per pianoforte n.3 di Rachmaninov, in cui genio e follia si danno il braccio. Alcuni danzatori lo chiamano il Sacro Graal, l' illuminazione a lungo cercata in tanti balletti, la sfida impossibile. «Per me sarà come scalare l' Everest», confessa Massimo Murru, l' étoile della Scala che stasera affronta Béjart per la prima volta partendo dalla cima più alta: La Sagra della Primavera. «Durante le prove - dice - non ho mai raggiunto la sensazione di essere in vetta, anche se qualcuno mi ha indicato la via: Sylvie Guillem, lei conosce già la "Sagra". È un balletto fisicamente violento che coinvolge profondamente l' uomo prima del danzatore. Un capolavoro immortale che non si può avvicinare con timore reverenziale: devi entrarci senza maschere».

Crippa Valeria,2004


una bella intervista del 2008 :)
http://archiviostorico.corriere.it/2008/ma...080319052.shtml
Murru alla Mediterranea : l' etoile parla del suo ruolo nella coreografia di Mauro Bigonzetti da martedì agli Arcimboldi
«Mi fanno rabbia i colleghi che invece del loro lavoro vantano le apparizioni in tv»
Tensione, emotività, energia. Sono i luoghi dell' anima in cui si riflette «Mediterranea», la coreografia di Mauro Bigonzetti nota in tutto il mondo che da martedì 25 marzo entrerà, in via esclusiva, nel repertorio del Balletto della Scala. Ma sono anche i territori più frequentati, da sempre, dal suo interprete principale, Massimo Murru, l' étoile della Scala che si è saputo ritagliare uno spazio a sé nella danza, umano e pulsante, lontano dalle scelte più patinate che vorrebbero il balletto ridotto a esercizio tecnico-estetico. La geografia danzante di Murru sa toccare le isole di solitudine disperata del Gobbo nel «Notre-Dame de Paris» di Petit (ruolo con cui debuttò all' Opéra di Parigi e fu il primo étoile italiano ospite della storia), gli atolli di morbida ambiguità del gigolò Chéri, sempre di Petit, o le acque inquiete dell' Armand della «Dame aux camélias», fino alle increspature del recentissimo Romeo, che si fonde nell' amore e nella morte con la sua Giulietta-Emanuela Montanari. E colpisce il cuore prima di riempire lo sguardo. «Il palcoscenico è un luogo molto privato per me - confessa Murru -. Dove non devo dimostrare nulla, ma solo esserci con tutto me stesso. È liberatorio, mi permette di comportarmi come non potrei mai nella mia vita di uomo. Quando danzo sono talmente immerso negli umori del personaggio che non mi accorgo degli occhi del pubblico o dei colleghi intorno a me. Se ci pensassi resterei paralizzato». Temperamento lunare, sensibile, mai spavaldo, ammette: «Sono come Milano, la mia città, da scoprire: anche se ultimamente Milano se la tira da metropoli internazionale per poi chiudersi a mostre d' arte che altrove in Europa sono ben accette». Ed estende la critica a un certo modo di intendere la danza. «Mi fa rabbia - polemizza - l' atteggiamento alla Briatore di colleghi che sbandierano le apparizioni televisive come fossero più importanti dei loro spettacoli. Vorrei che si danzasse non per soldi ma per necessità artistica. Se Picasso avesse dipinto per denaro non sarebbero mai nati i suoi capolavori». Dopo essere stato scelto da partner come Sylvie Guillem, che l' ha voluto al suo fianco a Milano, a Londra o a Tokio, e da coreografi come Ek, Petit, Forsythe, Neumeier, nelle ultime settimane Massimo Murru si è confrontato con lo stile espressivo, contemporaneo e fortemente muscolare di Mauro Bigonzetti che alla Scala sta rimontando e ricreando in gran parte un suo cavallo di battaglia, quel «Mediterranea» che ideò quindici anni fa per il Balletto di Toscana (eccellente compagnia, purtroppo oggi scomparsa). Lo spettacolo, sette recite, da martedì 25 a domenica 30 marzo, si inscrive tra le iniziative della X Settimana della Cultura promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali. «"Mediterranea" implica un' adesione viscerale al linguaggio difficile e faticoso di Bigonzetti - prosegue Murru, chiamato a interpretare il ruolo dell' Uomo di Terra, contrapposto a quello dell' Uomo di Mare di Antonino Sutera -. Per me, abituato a personaggi principali che si staccano dal corpo di ballo, è una sfida a ritornare, con un passo indietro, al gioco di squadra». * * * Il balletto Un kolossal per 15 coppie Per Mauro Bigonzetti (foto, per 11 anni direttore artistico dell' Aterballetto e ora free-lance ingaggiato da Stoccarda, dal Lincoln Center e dall' Alvin Ailey Dance Theatre di New York), «Mediterranea» sarà il preludio a una nuova creazione per il Balletto della Scala. Lo annuncia il direttore della compagnia Elisabetta Terabust: «Ipotizziamo il ritorno di Mauro per il 2010». Con «Mediterranea», acquisita pensando anche all' estero, la Scala andrà in tournée a Belgrado il 4 aprile. Dall' originale per 6 coppie, la coreografia è cresciuta a 15. « Una circumnavigazione del Mediterraneo», spiega Bigonzetti, «dal Sud della Francia, alla Spagna e al Marocco, al Nord Africa e Israele, fino alla Croazia. Ho riplasmato la coreografia sul corpo di Murru e dei ballerini della Scala. È la seconda coreografia della mia carriera, la considero un lavoro giovanile». Bianco, rosso e nero per scene e costumi di Roberto Tirelli che utilizza l' ulivo come simbolo ancestrale.

Crippa Valeria,marzo 2008


bene,direi che ho postato abbastanza :lol:

Edited by §-Raila-§ - 1/6/2012, 11:46
 
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view post Posted on 4/2/2011, 12:14

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un bellissimo video,racconta di Manon :)
www.teatroallascala.org/it/stagione..._cnt_15380.html

Belle foto,sul palco!
www.teatroallascala.org/it/stagione...432_zoom_2.html

Una parodia di Giselle ahahahah !!!è Del 2000
www.youtube.com/watch?v=kS54j9YMlnc&feature=channel_page
->il canale è stato chiuso,non v'è più traccia di questo video :cry:

un frammento di quel meraviglioso del 27 gennaio
Histoire de Manon : con Sylvie Guillem(e Massimo :wub: )

edit : il video postato era di un altro canale,che purtroppo è stato chiuso...l'ho recuperato in un altro
Video
Video

non so se avrò mai il coraggio di rivedere questo balletto,quella serata fu troppo...perfetta :cry:


i saluti finali del 27 gennaio :wub: :wub: :wub:
www.youtube.com/watch?v=Cv_HwoXuOz0&feature=related



Intervista
http://delteatro.it/articoli/2008-03/inter...ssimo-murru.php

di DVD,che io sappia,ce ne sono in giro 4
- Giselle del 1996,con Alessandra Ferri
- Il Pipistrello,sempre con Alessandra ferri,coreografia di Roland Petit, 2003-2004
- Mediterranea,coreografia di Mauro Bigonzetti,2008
- Sogno di una notte di Mezza Estate,2007

nello spoiler le immagini in grande :lol:

Giselle-dvd-copertina1
hcd%204035
1874A
B0007XHL3Y.01._SCLZZZZZZZ_ Il Pipistrello lo consiglio a tutti :lol: !Musiche splendide,trama comica e frizzante,bellissime musiche :wub: !!!quella del passo a 2 poi :cry: :wub:




Nel sito della Sylvie Guillem (presto farò un topic su di lei :B): )ho scovato delle belle foto,scattate durante il tour in Giappone!
www.sylvieguillem.com/sylvie/showcase/toji
www.sylvieguillem.com/sylvie/showcase/toja
beccati con la sigaretta :lol: !!!!(C'è anche il compagno di Sylvie,l'abbiamo visto alla Scala con il cagnone bianco meraviglioso :woot: !!!)

www.sylvieguillem.com/sylvie/showcase/japana
www.sylvieguillem.com/sylvie/showcase/form

altre piccole foto prese sul sito di Sky
http://tg24.sky.it/tg24/spettacolo/photoga..._popup.html?p=1

"Il pipistrello" by Petit,con Alessandra Ferri e ovviamente,Massimo :lol:
http://v.youku.com/v_show/id_XMTQ4NDA4MzA4.html ->ho dovuto cercare su youkou anche questo,purtroppo su youtube non esiste più :(
questa è la scena che preferisco :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: !!!che lirismo!!!! che meraviglia :wub: !!!!!!!!che bella questa musica :cry: !!!!parte da 1 minuto circa :wub: (come potete vedere questo volenteroso utente cinese l'ha caricato tutto :P)



frammento del balletto di Petit "Proust ou les intermittences du coeur "
questo tableau è intitolato "Le combat des anges" e in esso vediamo "l'angelo" Saint Loup sedotto da "il diavolo" Morel :Saint-Loup, simbolo del coraggio, della virilità, immune dal peccato, un angelo bianco, viene corrotto e travolto dal vizio ad opera dell’angelo nero, Morel, che fa di Saint-Loup il suo amante in un gioco di attrazioni e repulsioni."
www.youtube.com/watch?v=ez6VjrxesAM...nel_video_title



le prove de "Grand Soiree Roland Petit 5 gennaio 2011 ,a Bari
(si intravede anche Eleonora Abbagnato ,ma Massimo balla con una deliziosa ballerina cinese :D)
www.youtube.com/watch?v=p975mGT6n-Y



"Mi vida" con Luciana Savignano
www.youtube.com/watch?v=pVXughACDc8&feature=related



il finale di "Arlesienne" (Anche questo balletto è di Petit)
http://dailymotion.virgilio.it/video/xdbek...sienne_creation



frammento di "Mediterranea"
www.youtube.com/watch?v=N99HnSFKgjk&feature=player_embedded



frammenti di "Giselle" con Alessandra Ferri,1996 :rolleyes:
http://youtu.be/D94R-TJeQ14
http://youtu.be/HhoJDkezVnQ
http://youtu.be/cibZu3qb-Yg
http://youtu.be/OM7jNEkRdyQ
http://youtu.be/Hw1xWvmVXZw



"Leda and the Swan",con Uliana Lopaktina
www.youtube.com/watch?v=YrfDAP-tnkw



"Les Feuilles Mortes"
www.youtube.com/watch?v=q9M3svrw2-A



Bolero di Roland Petit con Massimo e Lucia Lacarra (un'altra ballerina che mi piace tanto :wub: )
Parte 1
Parte 2


"Zelda riservami il valzer"
Carla Fracci, Alessandro Molin e Massimo Murru provano in scena.(Estratto di un documentario su C.Fracci mandato in onda da SKY Classica nel 2005)
http://youtu.be/4OjmGNnBu9k


una bellissima foto (a dire il vero non vi è specificato il nome,ma penso sia lui) qui
@Grazie Francesco :)

Conclusione :P (???) : Ma quanto è bravo Massimo :woot: ????E' un meraviglioso,bravissimo ballerino,un eccellente attore(anche se in effetti tutti i ballerini e le ballerine dovrebbero essere attori&atleti contemporaneamente!sono artisti = doppia ammirazione per il loro lavoro e per i tanti sacrifici :rolleyes: :wub: ),lo ritengo adatto ad interpretare tutti i ruoli e....ed è pure fascinoso :lol: (scusate la frivolezza :P)

Edited by §-Raila-§ - 1/6/2012, 11:23
 
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view post Posted on 27/2/2011, 18:15

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Inviai tempo fa una mail all'ufficio stampa della Scala,chiedendo informazioni sulle prossime esibizioni :lol:

le prossime rappresentazioni di Massimo Murru in Scala sono previste sul debutto di Raymonda 11, 14, 25 e 27ottobre sera, accanto a Olesia Novikova e Guillaume Coté. Mi infomero’ sui prossimi impegni esterni e appena possibile, le faro’ sapere

Cordialmente

L’addetto stampa del Ballo



se avrò soldi,non nascondo che farò la pazzia di assistere a 2 spettacoli :P

SPOILER (click to view)
se vincessi una cifra considerevole per puro caso...anche 4 ahahahahah :lol: !!!!




però....prima c'è un altro appuntamento :ph34r: :ph34r:
www.teatroallascala.org/it/stagione...es-etoiles.html
Galà delle Etoiles,Dal 27 al 29 Aprile 2011



Prosegue la tradizione dei grandi Gala alla Scala, occasione per soddisfare il desiderio di danza, di spettacolo e di alta qualità, che in questa stagione coincide, nella seconda delle due rappresentazioni in programma, con la ricorrenza della Giornata Mondiale della Danza (29 aprile).

Il repertorio classico e del ‘900, i balletti più amati dal pubblico, i virtuosismi delle étoiles, il ritorno dei nomi più quotati della danza attuale, gli artisti scaligeri e le nuove stelle: tutto questo è Gala des Étoiles, un omaggio alle punte di diamante di un’arte che si rinnova, sempre nel solco della grande tradizione. Roberto Bolle e altre star internazionali saranno protagonisti di questa spettacolare serata.


Cast
Étoiles scaligere

Roberto Bolle
Massimo Murru

Étoiles internazionali
Sylvie Guillem ->non compare più nell'elenco <_<
Friedemann Vogel
Olesia Novikova
Leonid Sarafanov

i biglietti si possono acquistare da...domani :ph34r: :ph34r: :ph34r: :ph34r:

Edited by §-Raila-§ - 28/2/2011, 19:32
 
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view post Posted on 27/2/2011, 20:06
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"...dita, concentrazione, abbandono, vita vissuta e tanta tanta passione!!"

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ecco....io non sono mai intervenuta in queste discussioni danzerecce perchè io di danza non capisco una cippa... :P

però, come ben sapete, per colpa di Laura ( :P ) ho sviluppato una sorta di fissazione ( :ph34r: ) per il bel Massimo.... :wub:

l'ho già detto e lo ripeto con assoluta convinzione: quando ho visto L'Histoire de Manon, assieme a Laura e Bianca, ho davvero pensato di aver assistito ad una delle cose più belle che avessi mai visto in vita mia.... :wub: :wub:
pur non sapendo NIENTE di balletto, della sua storia, della tecnica, e così via, sono rimasta totalmente affascinata dallo spettacolo... davvero...l'ho visto con il cuore in mano... :cry: è stato bellissimo!! :lol:

però, come vi dicevo, una parte preponderante di questa nuovo interesse per la danza, da parte mia, è nato soprattutto grazie alla figura di Massimo... dico la verità... a me Bolle è sempre stato un po' antipatico... :P e pure il mondo di punte e tutù mi è sempre sembrato troppo lontano da me...
invece Massimo mi ha davvero....AMMALIATO.... :B): non so neanche dirvi perchè!!! ma questo ragazzo mi piace proprio... :rolleyes:

tant'è che sto cercando di recuperare il tempo perduto, grazie alla guida attenta di Laura, documentandomi con video, dvd, libri e quant'altro...! :lol: ogni giorno, almeno un suo video me lo guardo perchè...fa bene al cuore! :P

però, da quando ho scoperto che al caro ragazzo (stando ai conti di Laura) mancano circa 5 anni alla "pensione", mi è venuto in filino d'ansia... :sick: quante occasioni avremo ancora per vederlo dal vivo?? :unsure:

cioè....sono anni che balla.... io lo scopro solo ora e.... scopro pure che la sua carriera da ballerino è quasi finita? :unsure: mi mette ansia questa cosa! :lol:

per questo sarei tentata di andare a questo Galà...

anche se mi preoccupa molto il meccanismo malato della biglietteria on line della Scala... :sick: anche volendo andare... ce la farò a prendere un biglietto? :sick:

Laura!! Rifletti e fammi sapere.... :ph34r:

 
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view post Posted on 2/3/2011, 22:55

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Elisa come ti ho già detto,le tue parole riguardo all'Histoire de Manon mi hanno gratificato tantissimo !!!Mi ha fatto davvero piacere che lo spettacolo ti sia piaciuto e mi ha fatto piacere condividere una serata per me così magica sia con te che con Bianca :rolleyes:

Sempre che il Teatro alla Scala lo permetta...speriamo di poter andare a vedere questo Galà di danza,sono curiosa di sapere che ballerà Massimo :D
SPOILER (click to view)
<_< <_< <_< ...sono ancora senza parole per il nome di Sylvie messo e tolto con una professionalità degna di un rotolo di carta igenica!!!!!

vagando su vari siti e forum di danza ..a parte 2 persone,che hanno trovato 2 biglietti in galleria,nessuno è ancora riuscito ad acquistare -_-,speriamo nei prossimi giorni.
 
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LittleMac
view post Posted on 10/3/2011, 11:25




In effetti il suo sito è leggermente arretrato... :unsure: non mi stupisce vedere tanti visitatori che cercano qui le news! :lol:

A parte questo... sicuramente la nostra Raila posterà date ed eventi non appena li scova in giro :shifty: ma invito tutti i visitatori di questo topic ad iscriversi se vogliono e partecipare alla discussione! Magari voi avete notizie che noi non abbiamo! :)

Parliamone! :)
 
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view post Posted on 26/3/2011, 20:44

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Altre info sul Galà delle Etoiles

SPOILER (click to view)
buaaaaaaaaaaaaah ora si che voglio il biglietto :cry: :cry: :cry:



fonte : www.teatroallascala.org/it/stagione...es-etoiles.html

ÉTOILES
Roberto Bolle (Teatro alla Scala)
Hélène Bouchet (Hamburg Ballett)
Agnès Letestu (Ballet Théâtre National de l’Opéra, Parigi)
Hervé Moreau (Ballet Théâtre National de l’Opéra, Parigi)
Massimo Murru (Teatro alla Scala)
Olesia Novikova (Balletto del Teatro Mariinskij-Kirov, San Pietroburgo)
Leonid Sarafanov (Balletto del Teatro Mikhailovsky, San Pietroburgo)
Friedemann Vogel (Stuttgarter Ballet)

CAST COMPLETO & PROGRAMMA (ecco,la fonte ora è davvero ufficiale :P !!! www.teatroallascala.org/it/stagione..._cnt_16359.html ,in quella di prima c'erano due errori :lol: !perdonatemi,visitatori :lol:)

Prima Parte

Roberto Bolle - Massimo Murru
Chant du compagnon errant

Coreografia : Maurice Béjart
Musica : Gustav Mahler ,Lieder eines fahrenden Gesellen
Baritono : Christopher Maltman

SPOILER (click to view)
BUAAAAAAAAAAAAAAAH :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: !!!Quanto lo vorrei vedere :cry: !!!!!
"Un compagno errante, simile a quei giovani apprendisti medievali che viaggiavano di città in città alla ricerca del loro destino e del loro maestro; di uno studente romantico inseguito dal suo destino e che soffre - come dice Mahler - a causa di questo coltello nel petto che è la lotta contro se stessi e la solitudine."
dal Sole 24 : www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
"Struggente passo a due, sul lied di Mahler, nel quale un uomo in fin di vita vede il proprio destino venirlo a prendere per l'ultimo viaggio, "Chant" è un gioiello coreografico intriso di lirismo che si fa canto senza parole del destino, dell'amore e della morte, ma anche del compagno e del confidente. È l'uomo con davanti l'altro da sé, angelo e coscienza, anima e contrappunto. Il balletto richiede una tale sintonia e perfezione sul piano tecnico e interpretativo che necessita di profonda espressività e di maturo rigore stilistico."

Se ne parla dal minuto 2 e poi qui (al 4.52 fino al 5.55 mi viene da :cry: )





Parte seconda


Antonella Albano - Claudio Coviello
Le Spectre de la rose ( :rolleyes: )

Coreografia : Michel Fokin
Musica : Carl Maria von Weber



Alessandra Vassallo - Federico Fresi
Diana e Atteone (bellissimo!)

Coreografia : Agrippina Vaganova
Musica : Cesare Pugni - adattamento di Riccardo Drigo



Gilda Gelati - Eris Nezha
L’histoire de Manon (eeeeh :wub: )

Pas de deux - Seconda scena, Atto I
Coreografia : Kenneth MacMillan
Musica : Jules Massenet



Friedemann Vogel
Mopey

Coreografia : Marco Goecke
Musica : Carl Philipp Emanuel Bach,dal Concerto per violoncello n.3 in La maggiore Wq172 (Allegro)



Agnès Letestu - Hervé Moreau
Cenerentola

Pas de deux - Atto II
Coreografia : Rudolf Nureyev
Musica : Sergej Prokof’ev



Emanuela Montanari - Massimo Murru
Onegin (:cry: quanto sarei voluta andare ad ottobre,per assistere a questa meraviglia :cry: )

Pas de deux - Atto III
Coreografia : John Cranko
Musica : Pëtr Il'ič Čajkovskij
SPOILER (click to view)
qui c'è una bella intervista,a proposito dell'Onegin :P
http://archiviostorico.corriere.it/2010/ot...101008060.shtml



Mick Zeni - Antonino Sutera (->aaaah allora ci avevo preso,era il passo a due maschile -_- !bello :wub: )
Proust, ou les intermittences du coeur
"Le combat des anges" Pas de deux Morel et Saint-Loup, Scena XII, Atto II

Coreografia : Roland Petit
Musica : Gabriel Fauré,Élégie Op. 24 per violoncello e orchestra



Olesia Novikova - Leonid Sarafanov
Čajkovskij Pas de deux

Coreografia : George Balanchine
Musica : Pëtr Il'ič Čajkovskij



Marta Romagna – Gabriele Corrado
L’altro Casanova

Pas de deux
Coreografia : Gianluca Schiavoni
Musica : Antonio Vivaldi,dal Concerto in Si bem. magg. per violino discordato,due orchestre di archi e basso continuo, RV 583 (Andante)



Hélène Bouchet - Roberto Bolle
Orpheus

Pas de deux
Coreografia John Neumeier
Musica Igor’ Stravinskij
da Orpheus (Pas d’action - Pas de deux)

Edited by §-Raila-§ - 16/4/2011, 20:36
 
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view post Posted on 1/4/2011, 19:34
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"...dita, concentrazione, abbandono, vita vissuta e tanta tanta passione!!"

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finalmente la Scala si è decisa a mandare il DVD alla Hoepli Laura... :P

mi è arrivata la mail di conferma dell'ordine!! :lol:

a breve andrò a ritirare il malloppo... :B):
 
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view post Posted on 16/4/2011, 19:26

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Elisa ma..alla fine riuscisti a guardare in santa pace il Pipistrello :woot: ???

Per quanto riguarda il galà niente biglietti <_< ...ci ho praticamente rinunciato <_< ....si sono liberati oggi dei posti ma in galleria (ce n'erano 6....ma che ci vado a fare in galleria <_< ...non vedo nulla!!!!)
La speranza comunque è l'ultima a morire -_- .....
Buaaaaaaah voglio un miracolo :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: !!!
Vorrei andare principalmente per Chant du compagnon errant :cry: :cry: :cry: :cry:
Trovo sia una vera ingiustizia che senta con le mie orecchie "io ho 2 abbonamenti per il balletto,e anche uno per l'opera a dire il vero!questo galà non mi interessa per ovvi motivi ma sarà.... meglio di un pugno nello stomaco" . Fo****,str****. tu e i tuoi mille abbonamenti in platea in 5 fila..Detesto chi ha un abbonamento e lo usa tanto per,a differenza di tantissime altre persone come me che ci terrebbero tanto.Scusate lo sfogo :P





Per quanto riguarda i futurissimi appuntamenti...è uscito il calendario 2011-2012
www.teatroallascala.org/it/stagione...a-balletto.html

replicano Onegin e Raymonda :blink: ????e ancora Giselle :blink: !!!sarei felice se Onegin (ma anche Albrecht in Giselle :P) venisse interpretato da Massimo,voi tutti sapete quanto mi sia dispiaciuto non assistervi :( ...Raymonda beh..andrò a vederlo quest'ottobre :shifty: ...ma mai dire mai :P

Quello a cui strapunterò sarà
Marguerite and Armand :wub: :wub: :wub: ...

Edited by §-Raila-§ - 15/6/2011, 12:31
 
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view post Posted on 22/4/2011, 10:32

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Carissimi visitatori che spesso giungete su questo lido :P

Metteteci anche voi una croce sopra : biglietti decenti per il Galà non se ne trovano -_- (a meno che non consideriate ottimi posti quelli della galleria <_< )
Pazienza :cry: ...non era il mio destino vedere Chant du compagnon errant <_<

Spero di trovare dei posti per Raymonda questo ottobre -_-

----
edit ,avevo postato il frammento con Sogno di una notte di mezza estate ma ...il canale è stato cancellato <_<
Fortuna che l'ho ritrovato sul tubo,l'hanno ri-inserito relativamente da poco :woot:
http://youtu.be/BO2EOITZHcw

Edited by §-Raila-§ - 3/11/2012, 13:58
 
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braga62
view post Posted on 22/4/2011, 16:55




Cara Raila,
insisti perchè i biglietti li rilasciano poco alla volta ma ci sono. Io l'ho preso l'altro ieri.
D'accordo, costano 138 euro però visto che la galleria non ti va.... :rolleyes:

grazie per aver caricato il video del Compagnon Errrant con Bortoluzzi:
era un bel po' di tempo che cercavo su youtube qualcosa di interessante su di lui.
Non so quanti anni hai ma io alla Scala l'ho visto tantissime volte (quasi sempre appesa come un pollo in piedi in galleria) e riuscire ad avere un video in cui compare così bene è stato un bel regalo.

Persevera per il Gala, credo che ne possa valere la pena
Ciao e piacere di aver visto la tua pagina :D
 
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view post Posted on 22/4/2011, 21:57

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Cara braga innanzitutto...benvenuta :lol: !!!!
E' vero che la speranza è l'ultima a morire ma... dubito di ottenere qualcosa di più che la galleria :( (io proprio non ci vedo nulla da lì :P!)

Purtroppo geograficamente parlando sono lontana da Milano e dalla Scala (:cry: !Però ci vengo si e no un week end ogni due mesi :P!Con tutti i forumini che ci sono nei dintorni :lol: ),quindi è tutto abbastanza...dispendioso :lol: !!!
E mi sto maledicendo per aver scoperto "la Scala" solo nel 2008.
Per Massimo poi ho dei rimorsi assurdi :sick: ...perchè io l'ho visto solo in due Galà nella mia città,avevo detto "bravissimo" però non era scattato quel "quid"...che invece si è manifestato dopo averlo visto negli spezzoni di celebri balletti mandati in onda nel sopracitato documentario "una giornata con Massimo Murru"..da allora sto ancora rosicando "Nuoooo!!!potevo vederlo in tanti meravigliosi balletti scaligeri :cry: e invece non ho fatto nulla :cry:"
Puntai l'Onegin ma per ragioni familiari non ci sono potuta andare ( :cry: :cry: :cry: ) riuscii nell'impresa per L'histoire de Manon con la Sylvie ( trascinando con me due donzelle di questo forum :lol: !)!

I balletti mi sono sempre piaciuti,i miei mi hanno sempre portato a vederli da quando ero piccola (e mio babbo mi faceva vedere spesso delle vhs su Nureyev e la Fonteyn :lol:!erano e sono la sua coppia preferita)
Anche se non sono un'intenditrice (nel senso che non sono una meticolosa individuatrice di errori,nè so i nomi di tutti i passi -a proprosito non so neanche una parola di francese :P -) amo molto il balletto e la sua storia,e sto cercando di documentarmi più che posso :D

Ancora benvenuta :)
 
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braga62
view post Posted on 23/4/2011, 14:00




GALA del 27 adesso su internet Palco 12 III ord S :woot:
 
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LittleMac
view post Posted on 23/4/2011, 16:11




CITAZIONE (braga62 @ 23/4/2011, 15:00) 
GALA del 27 adesso su internet Palco 12 III ord S :woot:

Grazie della segnalazione Braga ma so cosa direbbe Raila di quei posti :P Credo che cercasse qualcosa in platea, qualcosa da dove poter vedere bene... :lol: (Anche perchè a quei prezzi -_- )
 
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braga62
icon6  view post Posted on 23/4/2011, 17:27




Ciao LittleMac
(antagonista del Big ??? :P )
prima di tutto grazie di darmi la possibilità di esprimermi su questo forum che trovo piuttosto interessante.

Per quanto riguarda la tua risposta , ho sempre pensato che i posti in palco non fossero così orribili :rolleyes:
soprattutto se centrali :D, altrimenti mica li suggerivo.

Sai,da giovane sono sempre stata abituata a stare in piedi in galleria e mi ricordo quando grazie alla lungimiranza di Paolo Grassi, sovrintendente di allora, che aveva preteso che per ogni spettacolo ci fossero tre turni GSL (giovani studenti lavoratori) per rendere la Scala accessibile a più persone (avercene..), ero riuscita ad avere ad un prezzo eccezionale tramite la Gioventù Musicale un abbonamento alla Stagione (non dico l'anno perchè è imbarazzante ;) ) con un posto in palco.

Ora, era il palco numero 2 di secondo ordine e andava bene solo per i giovani appunto perchè se avevi appena appena un po' di cervicale eri morto ;) però per tre anni ho avuto la fortuna di vedere (anche se di lato) di tutto e di più.

E' per questo che ogni tanto non mi rendo conto che ci sono spettatori che giustamente vogliono la qualità della visione (cosa che alla Scala è ridotta a davvero pochi posti rispetto al totale) e la ritengono più importante della sola presenza.

Sarà che sono un po' fanatica ? :woot:

 
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645 replies since 1/2/2011, 20:37   42723 views
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